Adattarsi è sopravvivere. Una massima che esprime al meglio lo spirito delle start-up, un modello di business relativamente recente ma molto redditizio, che si distingue per la capacità di coniugare le potenzialità offerte dalle tecnologie digitali di ultima generazione con idee altamente innovative.
Nell’era post industriale, trovare nuove idee e nuove opportunità di business è un’impresa sempre più ardua. Alcuni, però, ci riescono, combinando sapientemente due ingredienti fondamentali per fare business nel XXI secolo: tecnologia e inventiva.
Dall’unione di questi due elementi nascono le start-up, un modello imprenditoriale sempre più diffuso e redditizio.
Vediamo più nel dettaglio di che si tratta e quali sono le caratteristiche di una start-up di successo.
Cosa si intende per start-up?
Una start-up può essere definita come un’impresa emergente, solitamente caratterizzata da una forte componente tecnologica e da un notevole potenziale di crescita.
In generale, le start-up si distinguono per il loro carattere innovativo, ossia per la capacità di portare sul mercato un’idea che prima non c’era (o comunque non era diffusa).
Per farsi un’idea delle potenzialità delle start-up, basta pensare ad alcune di esse che, nel corso di pochi anni, sono diventati veri e propri colossi, come Facebook o Amazon.
Nate – come nel caso del social network più popolare al mondo – quasi per diletto, grazie all’idea innovativa che vi stava dietro, queste start-up hanno potuto crescere fino a sorpassare, in termini di utile netto, visibilità e presenza sul mercato, multinazionali dalla storia ben più lunga e consolidata.
I frequenti esempi di successo di molte start-up hanno portato molti imprenditori a cogliere l’occasione, uscendo dalla propria comfort-zone per rinnovare il proprio business in chiave innovativa.
Come si avvia una start-up e chi può farlo
Per avviare una start-up non basta avere una buona idea: occorrono anche dei fondi.
A questo proposito occorre sottolineare che, per quanto una start-up non si possa avviare a costo zero, tuttavia l’investimento economico è senza dubbio minore rispetto a quello necessario per avviare un’azienda tradizionale. Insomma: le start-up non hanno rivoluzionato solo il modo di fare business, ma anche il concetto stesso di “capitale d’impresa”, facendolo diventare pressoché alla portata di tutti.
Essendo i costi di avvio di una start-up decisamente inferiori rispetto alle imprese tradizionali, anche le esigenze di finanziamento saranno più modeste.
Ecco quali sono gli investitori-tipo di una start-up:
- FFF: acronimo di Family, Friends and Fools, questo neologismo anglosassone racchiude in un’unica espressione alcuni degli attori principali per l’avvio di una start-up, ossia familiari, amici… E chi è abbastanza “folle” da credere (e sostenere) un progetto innovativo.
- Business angel: altro termine fondamentale dell’alfabeto delle start-up. I business angel sono piccoli e medi investitori che partecipano alla start-up sia economicamente sia dal punto di vista gestionale, mettendo a disposizione le proprie competenze manageriali e la propria rete di contatti per aumentare il potenziale bacino d’utenza della nuova impresa.
- Seed capital. Dall’inglese seed, cioè seme, il seed capital include i primi fondi finanziari utili a lanciare un’attività, prima ancora che diventi redditizia. Il seed capital, quindi, rappresenta un investimento sull’idea della start-up e sul team che la sostiene.
- Venture capital. Questa forma di finanziamento subentra di solito in una fase successiva, quando la start-up è già avviata, ma comunque rappresenta ancora un tipo di investimento a rischio. A differenza dei business angels, non si tratta più di investitori privati, ma di fondi di investimento specializzati che destinano alla neonata attività cifre considerevoli (anche spalmate in diverse tranche) in modo da garantire alla start-up di avere le risorse economiche più a lungo termine.
- Crowdfunding: uno strumento di finanziamento sempre più diffuso – ormai anche in Italia – che consente a chiunque di partecipare alla nascita di una nuova impresa, semplicemente proponendo l’idea e avviando una raccolta fondi per realizzarla.
Alla luce di quanto abbiamo visto, emerge chiaramente un fatto: chiunque può avviare una start-up. Bastano solo una buona idea e i mezzi per metterla in pratica che, con le forme di finanziamento che abbiamo esaminato, possono essere concretamente alla portata di tutti.
4 Consigli per una Start-up di Successo
- Preparare un business plan. Anche se trovare investitori per una start-up è più semplice che ottenere un finanziamento per avviare un’azienda tradizionale, ciò non toglie che un’analisi della fattibilità economica dell’azienda sia comunque necessaria. Elaborare un business plan è dunque un passaggio fondamentale non solo per organizzare le strategie di investimento, ma anche per pianificare l’utilizzo dei fondi.
- Redigere un Business Model Canavas Proprio come in un romanzo il narratore deve dare il giusto peso a ogni personaggio, un imprenditore deve avere una visione generale del proprio modello di business, considerando tutti gli elementi che lo compongono e le modalità tramite cui interagiscono: dai partners alle strategie per aumentare l’utile, dalle relazioni con i clienti ai costi, agli investimenti pubblicitari su google a tutto deve far parte di un puzzle dove ogni pezzo combacia perfettamente con l’altro.
- Ricorrere agli incubatori start Si tratta di una forma di finanziamento alternative a quelle considerate in precedenza, che prevede il coinvolgimento di altre realtà nella start-up, per darle valore aggiunto.
Gli incubatori possono essere diversi: dall’affitto dei locali, alle consulenze per aumentare il know how, fino ai servizi di marketing. - Costruire un team imbattibile. Un fattore determinante per il successo di una start-up è il team, che deve essere costituito da una serie di risorse non solo altamente qualificate a livello professionale (soprattutto dal punto di vista tecnologico) ma mosse anche dalla voglia di mettersi in gioco per costruire qualcosa di importante grazie a un lavoro di squadra. Un team coeso permette anche di creare una forte (e, per quanto possibile, estesa) community, che consente di aumentare il bacino dei potenziali clienti.